1° febbraio – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (9° giorno)

1° febbraio – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (9° giorno)
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«Poi disse a Maria, sua madre: Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione» (Lc 2,34)

 

San Francesco Antonio Fasani, Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine

(Stefano Colelli, 01-02-2025)

 

1° febbraio (9° giorno)

Maria madre di misericordia per le nostre contraddizioni e Santissima Speranza per la nostra salvezza

 

La profezia di Simeone sul Bambino (cf. Lc 2,34) è il tema dell’omelia del 9° giorno. Il padre Maestro vede Gesù quale causa di resurrezione per i credenti coerenti e di dannazione per gli increduli e credenti disobbedienti: «Tutti quelli che con fede viva lo crederanno vero Figlio di Dio, osservando il suo santo Vangelo, per tutti questi egli sarà il loro Salvatore e conseguiranno l’eterna salute. Quelli poi, che, o non lo crederanno, o, seppur lo crederanno, la loro fede non sarà viva, ma fede morta, perché non osserveranno il suo S. Vangelo, per tutti questi non sarà loro Salvatore, ma giustissimo Dannatore».

Gesù è anche causa di «rovina e dannazione» particolarmente sia per i giudei suoi contemporanei, che, avendo «legge, oracoli, e profezia», lo «lo conobbero Figlio di Dio, ma non lo stimarono da Figlio di Dio, non l’amarono da Figlio di Dio», anzi lo contraddissero «nelle sue divine parole, quanto sindicata la sua vita santissima, quanto calunniati i suoi adorabili fatti, sino a stimare segni demoniaci i suoi miracoli», sia per «per i cattivi cattolici», che «lo confessano vero Figlio di Dio, […] ma non lo temono e con i loro peccati l’offendono».

Alla fine dell’omelia, il Fasani invoca Maria come «Madre di misericordia» e «Madre di pietà» per le nostre contraddizioni verso suo Figlio, Maria come «Santissima Speranza» per la nostra salvezza.

 

«Et dixit ad Mariam matrem eius: Ecce positus est hic in ruina, et in resurrectionem multorum in Israel: et in signum cui contradicetur» (Lc 2,34)

1. Considera, o anima, come il S. Vecchio Simeone disse a Maria, mostrando il suo Figliuolo: “Ecce hic positus est in ruinam, et resurrectio-nem multorum in Israel” [Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele] (Lc 2,34). Quasi le dicesse: Signora, essendo il tuo Figliuolo l’Unigenito dell’Eterno Padre, mandato dal Cielo in terra per Salvator del mondo: sortirà che per molti del popolo d’Israele, la sua venuta sarà per loro salvazione e risorgeranno dalla morte ad una vita immortale. E per molti la sua venuta sarà in maggior loro rovina e dannazione. Tutti quelli che con fede viva lo crederanno vero Figlio di Dio, osservando il suo santo Vangelo, per tutti questi egli sarà il loro Salvatore e conseguiranno l’eterna salute. Quelli poi, che, o non lo crederanno, o, seppur lo crederanno, la loro fede non sarà viva, ma fede morta, perché non osserveranno il suo S. Vangelo, per tutti questi non sarà loro Salvatore, ma giustissimo Dannatore.
Ora, ben considera, o anima: di qual classe tu sei stata per il passato? Come hai vissuto? Ed al presente di quale classe sei? Dei predestinati che ti salvano, o dei reprobi che si dannano? Temi e trema; e cerca con la buona vita, di aver Gesù per tuo misericordioso Salvatore, e non per tuo giustissimo Dannatore.

2. Considera, o anima, e rifletti alle parole del S. vecchio Simeone. Perché per molti increduli d’Israele, sarebbe stata la venuta di Gesù Cristo come causa della loro rovina e dannazione? Perché non ricorda anche del popolo gentile, che pure era infedele e non credeva nemmeno nel vero Dio? Vuoi sapere la causa, o anima? Eccola. Perché il popolo gentile non aveva legge; ma il popolo d’Israele, aveva legge, oracoli, e profezia: loro aspettavano il Messia promesso. Quando poi venne Cristo, lo conobbero Figlio di Dio, ma non lo stimarono da Figlio di Dio, non l’amarono da Figlio di Dio. E perciò si dice che la venuta di Cristo fu come causa della loro rovina e dannazione.
E così ancora avverrà, o anima, per i cattivi cattolici, perché loro hanno la fede di Gesù Cristo, ma non l’amano, conoscono Gesù Cristo, lo confessano vero Figlio di Dio, “Re dei Re, Signore dei dominanti” (Ap 19,16), Maestà eccelsa ed infinita, ma non lo temono e con i loro peccati l’offendono. E perciò la venuta di Gesù Cristo sarà come causa della loro rovina e maggior dannazione. E così, o anima, non peccare; perché se ti danni, vai al profondo dell’inferno.

3. Considera, o anima e fa riflessione alle parole di S. Simeone che disse: “Et erit in signum, cui contradicetur” [E come segno di contraddizione] (Lc 2,34). Che Gesù Cristo doveva essere per segno, scopo e mira dove dovevano terminare i dardi d’ogni contraddizione. Ed infatti Gesù Cristo, quanto venne contraddetto nelle sue divine parole, quanto sindicata la sua vita santissima, quanto calunniati i suoi adorabili fatti, sino a stimare segni demoniaci i suoi miracoli! “Sustinuit a peccatoribus adversus semetipsum contradictionem” [Ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori] (Eb 12,3), dice S. Paolo. Or, che dici, o anima, non fu un gran peccato ed empietà negli ebrei il contraddire il Figliuol di Dio, che era la stessa Santità infinita e la stessa Verità per essenza? Certo, certissimo.
Ora dimmi, o anima, che cosa fanno i peccatori oggidì nel mondo se non contraddire a Gesù Cristo? Comanda Cristo che s’osservi la sua santa legge, si obbediscano i suoi santi comandamenti, si operi bene, ed i peccatori dicono di no. Comanda Cristo che in ogni genere di peccato non si faccia del male, ed i peccatori dicono di sì. E tutta la loro mala vita è una vita tutta all’opposto, in contraddizione al Vangelo di Gesù Cristo. Che dici, o anima, l’hai tu mai contraddetto? Ed oh quanto! Ed ora pure, col tuo mal vivere, vuoi seguitar a contraddirlo? Avverti all’emendazione e a conformare la vita tua alla legge ed alla vita di Gesù Cristo.

 

(Canzoncina)
Uom, Gesù non contraddire
se tu brami esser beato
e in eterno consolato
senza mali, e in Ciel gioire.
Se dannato esser non vuoi
ama Cristo quanto puoi.

1. Un Pater ed un Gloria Patri diretto a Dio Padre, e quattro Ave Maria alla Vergine.
2. Di poi si replica la canzoncina con un Pater e Gloria Patri diretto al Figlio, e quattro Ave Maria alla Vergine.
3. Si replica per terzo la canzoncina, con un Pater e Gloria Patri diretto allo Spirito Santo, e quattro Ave Maria alla Vergine, che in tutto sono dodici Ave Maria per i dodici privilegi concessi alla Vergine.

 

(Supplica)
O Santissima Vergine, Madre di misericordia, degnati in questo giorno di ascoltar la mia confessione. Confesso, o Madre di pietà, che io sono stato di quella classe di peccatori che avendo conosciuto il tuo bel figlio Gesù Cristo, ed essendo egli vero Dio, non l’ho stimato da Dio, non l’ho temuto da Dio, non l’ho amato da Dio. La mia mala vita è stata una continua contraddizione alla sua legge. Al tuo Figliuol santissimo, che m’insinuava parole di eterna vita ho contraddetto. Al demonio, che mi proponeva l’orrenda morte, ho obbedito. Eccomi dunque, o Maria, che mi conosco d’esser stato del numero de’ reprobi: chi potrà fare d’esser io perpetuamente del numero de predestinati? Tu sola SS.ma Speranza di tutti quelli che si salvano. In te confido, in te spero, di mai più contraddire al Figlio tuo, ma sempre osservare i suoi comandamenti, acciò colla piena osservanza della sua legge sia sempre in possesso della sua grazia, per poi conseguire l’eterna gloria. Amen.
Nos cum Prole pia: benedicat Virgo Maria. [Noi con il suo divino Figlio benedica la vergine Maria].

 

BIBLIOGRAFIA

SAN FRANCESCO ANTONIO FASANI, Le 7 Novene Mariane, a cura di Francesco Costa, con studi di Pietro Damiano Fehlner e Francesco Uricchio, Padova, Edizione Messaggero, 1986, 320 p.

 

Immagine: Giotto di Bondone, Presentazione di Gesù al Tempio (particolare), affresco nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d’Assisi, (1313 ca.)


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