2 febbraio: Festa – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (10° giorno)

2 febbraio: Festa – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (10° giorno)
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«E la spada ti trafiggerà l’anima» (Lc 2,35)

San Francesco Antonio Fasani, Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine

(Stefano Colelli, 10-02-2025)

 

2 febbraio (10° giorno): Festa

I misteri dolorosi di Maria per amore incomprensibile e ineffabile verso di noi

 

Nel Festa della Purificazione di Maria Vergine, ossia della Presentazione di Gesù al Tempio, 10° giorno della predicazione, il padre Maestro conclude con l’intravedere nella rivelazione a Maria i «misteri sì dolorosi» della passione che «incominciò a sentire come presente la profezia di Simeone, restando ferito il suo cuore da quella spada del dolore, che per l’avvenire la minacciava» «come in chiaro specchio se le proposero alla vista interiore tutti i misteri che conteneva la profezia». Per il Fasani, la trafittura del cuore della Beata Vergine con la spada fu proporzionata all’amore che Maria portava al Figlio e al «vasto mare delle sue pene, dolori ed acerbissima morte», ininterrotta e sempre più profonda per la chiara visione di tutte le scene della Passione e resa più acuta dalla consapevolezza che la Beata Vergine non poteva «morire unitamente» con il Figlio.

Per questo, nella Canzoncina, il Fasani canta «Il Cuor almo vien ferito, della nostra gran Regina», e supplica la Beata Vergine «per quel dolore che provò il [suo] Cuore in questo giorno per la profezia di Simeone, che addolori i nostri cuori con dolore di vera contrizione dei nostri peccati […], con la continua memoria in compatire alla passione e morte del Figlio» suo «compatire i [suoi] acerbissimi dolori» e di corrispondere «con amore all’amore […] incomprensibile ed ineffabile» suo e del Figlio.

In questa ultima omelia, nella Festa della Purificazione di Maria Vergine, si sente la forte risonanza del commento esegetico di Cornelio a Lapide, che dopo aver menzionato la spada della lingua, che coprì Cristo di oltraggi, pone quella di ferro «che l’uccise, e non solo trapassò il corpo e l’anima di Cristo, bensì anche l’anima della Vergine». Diffondendosi, poi, su questa seconda aggiunge: «Quanto grande fu lo strazio e il dolore di questa spada, è possibile valutarlo con il Toleto dal Figlio che soffriva, cioè da Cristo Crocifisso, che la Madre di Dio amava sommamente e più di se stessa, cosicché avrebbe preferito di gran lunga patire ed essere crocifissa essa stessa piuttosto che veder suo Figlio patire ed essere crocifisso. Perciò soffrì più per la sua passione e crocifissione che se avesse sofferto per la propria. Misura del dolore, infatti, è l’amore: quanto grande, difatti, è l’amore per la persona amata, tanto grande è il dolore della persona che ama e soffre insieme con la persona che ama. Secondo: dall’atrocità e dalla massima estensione dei tormenti di Cristo: Cristo, infatti, soffri pene atrocissime in tutti i suoi sensi e in tutte le sue membra: e la Beata Vergine le condivise tutte per la compassione. Terzo: dalla dignità della persona: e cioè, Cristo, che pativa, era vero Dio e Figlio di Dio, Messia e Salvatore del mondo […] La Beata Vergine considerava a fondo questa dignità e perciò era anche profondamente straziata dai suoi tormenti. Quarto: dalla lunga durata, in quanto Cristo soffrì per tutta la vita, fin a quando esalò il suo ultimo respiro sulla croce».

 

«Et tuam ipsum animam pertransibit gladius» (Lc 2,35)

1. Considera, o anima, come profetizzando disse Simeone a Maria Santissima che nella passione e morte del suo Gesù bel Figlio, l’anima sua doveva esser trafitta dalla spada del dolore: “Tuam ipsius animam pertransibit gladius” [la spada ti trafiggerà l’anima] (Lc 2,35). Il che ella sentendo, in quel punto le fu manifesto e come in un chiaro specchio se le proposero alla vista interiore tutti i misteri che conteneva la profezia, cioè come il suo Figliuolo Santissimo sarebbe in ruina agli increduli e vita eterna per i fedeli; che guadagnerebbe glorioso trionfo sopra della morte e sopra l’inferno, però che gli doveva costar molto, quanto si era il doloroso patire e vergognoso morire su d’una croce. Al conoscere con alta intelligenza l’amorevole Madre misteri sì dolorosi, incominciò a sentire come presente la profezia di Simeone, restando ferito il suo cuore da quella spada del dolore, che per l’avvenire la minacciava.
O Cuor di Maria, Cuore innocentissimo, o Cuor di Maria, Cuore Santissimo! Come, senza nessuna colpa, vieni sottoposto al torchio della pena e del dolore? O anima: la carità di Maria verso di noi peccatori, l’astringe ad un tanto patire. Almeno la sapessimo ringraziare, almeno che non le fossimo più ingrati ad offender il Figlio suo.

2. Considera, o anima, quanto fosse il dolore di Maria, che ferì il suo Cuore, in sentire la profezia di Simeone. Certamente che il dolore dell’amante si misura, e dall’amore che porta al suo diletto e dalla maggioranza del male che sarà per patire l’oggetto amato.
Ora misura e pesa, o anima, quanto fosse il dolore di Maria, in prevedere il vasto mare di pene, dolori ed acerbissima morte, che era per patire il Figlio suo, il suo Gesù che tanto amava come Figlio unigenito, come Figlio santo e come Figlio di Dio! A qual grado era l’amore con che l’amava? Era certo al sommo l’amore, e così fu al sommo il dolore.
Ella sola seppe sentire la pena come degna Madre, perché ella sola seppe sommamente amare un tanto Figlio.
O Vergine dolorosissima, addolorata per causa di noi altri peccatori: almeno sapessimo compassionarti nelle tue pene, almeno facessimo memoria de tuoi dolori!

3. Considera, o anima, come il dolore di Maria in sentire la profezia di Simeone, non fu transitorio; ma le restò fisso quanto conobbe e vide con la luce divina, senza dimenticarselo giammai in un sol punto dalla sua memoria. E quando riguardava il suo Figliuolo Santissimo, sempre lo riguardava con vivo dolore, con rinnovare l’amarezza alla sua anima. Onde poteva dire considerando il suo Figliuolo da capo a piedi: O dolcissimo amor mio: questi tuoi piedi sacrosanti, saranno trafitti da duri chiodi. Questo sacratissimo costato, sarà passato da lancia crudele. Queste tue santissime mani, con la di cui virtù sono formati i cieli, saranno distese ed inchiodate nella croce. Questo tuo tremendissimo capo, sarà percosso da colpi e trafitto da pungentissime spine. Questa tua faccia di Paradiso, vagheggiata ed adorata dagli Angioli, sarà avvilita da sputi e da pugni e schiaffi percossa. Tutto questo tuo sacratissimo Corpo, sarà conculcato da piedi, e posto sotto la carneficina di migliaia e migliaia di battiture. Del tuo preziosissimo Sangue, ne resteran bagnati il Getsemani, il pretorio di Pilato, le piazze di Gerosolima ed il Golgota del Calvario, a tal maniera, che niente ci resterà di sangue nelle tue vene.
O Figlio del mio amore, che sei anche Figlio del mio dolore! E se ti fossi io compagna nel patire, non solamente con la vista e compassione, ma anche di morire unitamente con te, mi sarebbe di maggior alleggerimento alle mie pene! Ma che io resti viva vedendo te morire, sarà maggiore il mio dolore! Ecco, o anima, gli affetti dolorosi che passavano nel cuor di Maria. Di grazia: che facciano eco di compassione nel tuo Cuore!

 

(Canzoncina)

Di Maria tutta innocente
una spada schianta il core.
Tanto fu per quell’amore
verso il Figlio: amor possente!
È futuro in lui il morire.
È presente in lei il patire.

(oppure)

Il Cuor almo vien ferito
della nostra gran Regina
in sentir l’alta ruina
del traviato non pentito.
Chi non ama il Redentore
strida avrà, pianti e dolore.

1. Un Pater ed un Gloria Patri diretto a Dio Padre, e quattro Ave Maria alla Vergine.
2. Di poi si replica la canzoncina con un Pater e Gloria Patri diretto al Figlio, e quattro Ave Maria alla Vergine.
3. Si replica per terzo la canzoncina, con un Pater e Gloria Patri diretto allo Spirito Santo, e quattro Ave Maria alla Vergine, che in tutto sono dodici Ave Maria per i dodici privilegi concessi alla Vergine.

 

(Supplica)

Vergine sacratissima, oggi è quel giorno memorabile, in cui presentasti il tuo bel Figlio al Tempio e volesti sottometterti per tua profonda umiltà alla legge della Purificazione. Che ti diremo per pregare in giorno sì festivo o “Dispensatrice d’ogni grazia”? Non altro, o Maria, che per la tua Purificazione, purifichi il nostro cuore da ogni macchia di colpa, da ogni lordura di peccato. Tu ben sai, o Santissima Vergine, che per purificare i cuori immondi, come sono quelli dei peccatori, non vi è altro mezzo che il dolore. E così ti preghiamo, per quel dolore che provò il tuo Cuore in questo giorno per la profezia di Simeone, che addolori i nostri cuori con dolore di vera contrizione dei nostri peccati per aver offeso un tanto Dio. Ancora che addolori i nostri cuori con la continua memoria in compatire alla passione e morte del Figlio tuo, [in] compatire i tuoi acerbissimi dolori, acciò non ti siamo con la dimenticanza così ingrati, ma che ti corrispondiamo con amore all’amore con che ci hai amato così tanto, che da noi altamente è incomprensibile ed ineffabile l’amor tuo e l’amor del Figlio tuo. Vi ringraziamo, vi lodiamo e vi benediciamo in eterno. Amen.
Nos cum Prole pia: benedicat Virgo Maria. [Noi con il suo divino Figlio benedica la vergine Maria].

 

BIBLIOGRAFIA

SAN FRANCESCO ANTONIO FASANI, Le 7 Novene Mariane, a cura di Francesco Costa, con studi di Pietro Damiano Fehlner e Francesco Uricchio, Padova, Edizione Messaggero, 1986, 320 p.

 

Immagine: Presentazione di Gesù al Tempio (XVII sec), Cappella Gagliardi (Carlo Gagliardi, duca di Montecalvo), intitolata a San Nicola, attualmente dedicata al Sacro Cuore di Gesù – Cattedrale “S. Maria Assunta” (prima metà XIV sec), Lucera (Fg).


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