31 gennaio – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (8° giorno)

31 gennaio – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (8° giorno)
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«Simeone lo prese tra le braccia e benedisse Dio Simeone lo prese tra le braccia e benedisse Dio Simeone lo prese tra le braccia e benedisse Dio» (Lc 2,28)

San Francesco Antonio Fasani, Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine

(Stefano Colelli, 31-01-2025)

 

31 gennaio (8° giorno)

Maria mediatrice: Simeone, uomo giusto e timorato, riceve Gesù tra le sue braccia

 

Nel 8° giorno, il padre Maestro sposta l’attenzione su Simeone (cf. Lc 2,25s), che lo indica a motivo del suo merito: uomo giusto, pieno di timor di Dio e consumato nella virtù. Simone è favorito dalla «sospirata sorte» di vedere avvolti di «tanto splendore di luce la Madre e il Figliuolo e di accogliere nelle sue braccia il Bambino», “splendore di luce” esplicitato dalla mistica spagnola Maria di Gesù d’Ágreda: «Il sommo sacerdote Simeone, mosso anch’egli dallo Spirito Santo, […] entrò subito nel tempio. Incamminandosi verso il luogo dove stava la Regina col suo bambino Gesù nelle braccia, vide il Figlio e la Madre pieni di splendore e di gloria […], giunse là alla medesima ora, e vide la Madre col Figlio avvolti in un fascio d’ammirabile luce divina. Si avvicinarono pieni di giubilo celeste alla Regina del cielo, e il sacerdote ricevette dalle mani di lei il bambino Gesù nelle sue braccia» (Mistica Città di Dio, n. 599).

Riguardo al «quando poi fu illuminato dallo Spirito Santo e che già veniva a presentarsi il sospirato Salvatore, ne andò al Tempio, e vide con tanto splendore di luce la Madre e il Figliuolo dove avvicinatosi pieno di giubilo, ricevé dalle mani di Maria il celeste Bambino nelle sue braccia», il padre supporta la sua omelia con quanto scrive Cornelio a Lapide scrive: «lo stesso Spirito lo ispirò e gli diede un segno per riconoscere Cristo fra i tanti bambini che venivano presentati nel tempio; o piuttosto glielo mostrò suggerendogli dal di dentro: Ecco, questi è il Cristo, che ti avevo promesso di vedere prima della morte». Però ricorda pure che «Timoteo, prete di Gerusalemme opina che egli abbia veduto la Madre di Dio tra le altre donne avvolta da una luce divina e che da questo indizio abbia capito che era la Madre del Messia, e che similmente Dionigi il Certosino afferma: “Forse vide un certo splendore divi divino sul volto del Bambino”» (Commentarii in Lucam et Johannem, in Opera Omnia IX, 60b).

Ritornando sulla «sospirata sorte» di Simeone nel ricevere Gesù Bambino nelle sue braccia, nella supplica, il Fasani invoca Maria come Mediatrice (unica) di grazia: «O Santissima Vergine: non vi è dono, non vi è grazia, non vi è bene, che venga dal cielo, se non per te».

 

«Simeon accepit eum in ulnas suas et benedixit Deum» (Lc 2,28)

1. Considera, o anima, come il vecchio Simeone, che era Sommo Sacerdote in quel tempo, uomo giusto e timorato avea avuto la rivelazione, che prima di morire, egli avrebbe veduto il Messia, Cristo del Signore (cf. Lc 2,25-27). Ora, considera il desiderio che ardeva nel suo cuore di vedere che fosse giunto quel tempo, fosse venuta quell’ora, che i suoi occhi avessero veduto il Bambino Dio, l’eterno Verbo umanato. Quando poi fu illuminato dallo Spirito Santo che già veniva a presentarsi il sospirato Salvatore, andò al tempio, e vide con tanto splendore di luce la Madre e il Figliuolo, dove avvicinatosi pieno di giubilo, ricevé dalle mani di Maria il celeste Bambino nelle sue braccia.
Oh felice e sospirata sorte di Simeone! E tu, o anima fedele: perché non stimi felicissima la tua sorte, quando ricevi nella S. Comunione lo stesso Dio Incarnato? Tutto ripieno di giubilo n’andò Simeone a riceverlo; e tu senza allegrezza di spirito t’avvicini. Tutto pieno di devozione lo strinse Simeone; e tu indevota, come fosse un cibo usuale, lo prendi. O anima che ti comunichi, hai fede, o non hai fede?

2. Considera, o anima, quanto fosse la felice sorte di Simeone, in ricevere nelle sue braccia il Bambino Dio. Ed io dico che simile, e forse maggiore sorte, è la tua quando ricevi lo stesso Dio Sacramentato Signore. Fa’, fa’ la comparazione tra te e Simeone. Questo, dice il Vangelo, era uomo giusto e pieno di timor di Dio, consumato nelle virtù: “Erat homo justus et timoratus” [Era un uomo giusto e timorato], che tanto aspettava con santo desiderio il Salvatore del mondo: “Expectabat redemptionem Israel” [Aspettava la redenzione di Israele]. Ed era, il S. Vecchio, riempito di Spirito Santo: “Et Spiritus Sanctus erat in eo” [E lo Spirito Santo era in lui]. Vedi quanto era il merito in Simeone, donde gli accadde la felice sorte di ricevere Gesù Bambino.
Ma tu, o anima, che merito hai di ricevere lo stesso Dio Sacramentato? Dove è la piena osservanza della legge che ti giustifica? Dove sono le virtù che ti nobilitano? Dov’è il santo timor di Dio che ti santifica? Dimmi: sei stata tu sempre abitacolo dello Spirito Santo, oppure col peccato nella maggior parte di tua vita sei stata caverna del serpente d’abisso? Dunque dove è il tuo merito “de congruo” (1), per ricevere il Figliuol di Dio? Come dunque ti è accaduta sì beata sorte? O giudizi di Dio! Quanto inscrutabili, altrettanto misericordiosi sovra di me!

3. Considera, o anima, la felice sorte del S. vecchio Simeone. Ma io ti dico: maggiore sorte è la tua! A Simeone fu concesso solamente di ricevere nelle sue braccia il Bambino Dio; ma a te ti si concede che lo riceva dentro di te, e che lo stringa al tuo cuore. Simeone una volta ebbe questa beata sorte; ma a te ti è stato concesso non per una sola volta; né per due, né per dieci, né per cento solamente di riceverlo: ma a tua santa libertà, per quante volte ti compiaci che il Figliuol di Dio venga a deliziarsi con te.
Anima, che dici della tua beata sorte? Chi lo crederebbe, se la fede non ce l’accertasse con verità divina, qual sorte beatissima è stata di noi altri fedeli del nuovo Testamento, di avere un Dio sacramentato sì confidente con noi insino a farsi nostro cibo quotidiano? O anima, e che facciamo, che non stiamo al continuo, notte e giorno, ringraziando Dio, benedicendo Dio, glorificando ed amando Dio: “Quoniam Bonus, quoniam in saeculum misericordia eius” [“Perché è Buono, perché la sua misericordia è nei secoli” (Perché è buono, perché il suo amore è per sempre)] (Sl 118,1)?

 

(Canzoncina)
Fortunato è Simeone
che riceve da Maria
la bramata Prole Pia.
Ma più grande ha il guiderdone
chi di Cristo in sen riceve
corpo e sangue in Ostia lieve.

1. Un Pater ed un Gloria Patri diretto a Dio Padre, e quattro Ave Maria alla Vergine.
2. Di poi si replica la canzoncina con un Pater e Gloria Patri diretto al Figlio, e quattro Ave Maria alla Vergine.
3. Si replica per terzo la canzoncina, con un Pater e Gloria Patri diretto allo Spirito Santo, e quattro Ave Maria alla Vergine, che in tutto sono dodici Ave Maria per i dodici privilegi concessi alla Vergine.

 

(Supplica)
O Santissima Vergine: non vi è dono, non vi è grazia, non vi è bene, che venga dal cielo, se non per te! Essendo dunque a noi accaduta sì beata sorte, di esser figli della nuova legge di grazia e, con questo, ricevere il massimo sopra tutti i doni, quale si è lo stesso Unigenito di Dio che s’incarnò nelle tue viscere, lo stesso uomo Dio, ricevere noi con frequenza nel Divino Sacramento, noi, Maria mia, non abbiamo né lingua, né mente, né cuore, né spirito per ringraziare proporzionalmente Dio, poiché siamo peccatori. Tu che sei “Speculum sine macula” (Sap 7,26), Specchio senza macchia di colpa e lontanissima da ogni peccato, tu ringrazia Dio dalla nostra parte per la beata sorte che per la sua infinita misericordia ci ha concessa. E tu presentagli la nostra insufficienza, con dirgli che il nostro silenzio, gli sia lode; la nostra ignoranza, gli sia lode e la nostra impotenza in poterlo lodare e benedire, gli sia lode: nunc, et semper in saecula saeculorum [Sicut erat in principio, et nunc et semper, et in sæcula sæculorum (Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli)]. Amen.
Nos cum Prole pia: benedicat Virgo Maria [Noi con il suo divino Figlio benedica la vergine Maria].

 

NOTE
(1) De congruo. Il merito può essere de condigno, se c’è giusta proporzione tra l’azione buona e il premio; e de congruo se, mancando quella proporzione, interviene una ragione di convenienza o di benevolenza che muove il premiante. Maria ha meritato de congruo per noi tutto quello che Gesù ha meritato de condigno.

 

BIBLIOGRAFIA

SAN FRANCESCO ANTONIO FASANI, Le 7 Novene Mariane, a cura di Francesco Costa, con studi di Pietro Damiano Fehlner e Francesco Uricchio, Padova, Edizione Messaggero, 1986, 320 p.

 

Immagine: Giotto di Bondone, Presentazione di Gesù al Tempio (particolare), affresco nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d’Assisi, (1313 ca.)


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