30 gennaio – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (7° giorno)
«E come sacrificio, secondo quanto prescrive la legge del Signore, una coppia di tortore o due giovani colombi» (Lc 2,24)
San Francesco Antonio Fasani, Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine
(Stefano Colelli, 30-01-2025)
30 gennaio (7° giorno)
L’abbassamento di Maria: «al fine di veder noi liberi dal peccato»
Nel 7° giorno, dopo le omelie dei quattro giorni precedenti che portano il titolo «Portarono Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore» (Lc 2,22b), il Fasani elabora la sua riflessione sul v. 24 del cap. 2 del Vangelo di Luca: «E come sacrificio, secondo quanto prescrive la legge del Signore, una coppia di tortore o due giovani colombi» (Lc 2,24). Nell’offerta dei poveri da parte di Maria e Giuseppe, il padre Maestro identifica la povertà della Beata Vergine, nell’offerta per la purificazione indica la sua umiltà e in entrambe presenta Maria come imitatrice di Gesù, «che essendo ricco, si fece povero» e comparve «da peccatore alla comune dei figli di Adamo» per noi, cioè «per liberarci dalla servitù del peccato ed esaltarci nella libertà della grazia». Pertanto, nella supplica, il Fasani saluta Maria: «specchio di ammirabile ed inclita umiltà».
«Et ut hostiam, secundum quod dictum est in lege Domini, par turturum, aut duos pullos columbarum» (Lc 2,24)
1. Considera, o anima, che per la purificazione della donna che aveva partorito, se era povera e non poteva offrire l’agnello, che avesse offerto o un paio di tortore o un paio di piccioni. E perché Maria era povera, fece l’oblazione da povera: o delle due tortore, o dei due piccioni. Qui mi dirai, o anima: Come, il Figlio suo non era il Padrone e Creator del tutto? “Domini est terra, et plenitudo eius” [“Del Signore è la terra e quanto contiene” (Sl 24,1)]! Ed Ella ancora non era la Regina del mondo? Sì. Ma tanto il Figlio che, “essendo ricco, per noi si fece povero” [“da ricco che era, si è fatto povero per voi” (2Cor 8,9)], quanto la Madre, [pur] essendo padrona dell’universo, volle ad imitazione del Figlio suo farsi povera.
Che dici, o anima, a questo esempio di Gesù e di Maria? Quanto dobbiamo amare la povertà! E così, guardati dalla cupidigia, radice di tutti i mali: “Radix omnium malorum est cupiditas” [“L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali” (1 Tm 6,10)]. “Habentes alimenta et quibus tegamur, de his contenti simus” [“Abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci” (1 Tm 6,8)]. E così avendo vitto e vestito, contentiamoci. La vera ricchezza è la divina grazia, che ci fa possessori di Dio, Bene eterno, immenso, ed infinito.
2. Considera, o anima, che di questi due animali uno si offeriva in olocausto alla gloria di Dio, l’altro si offeriva per la remissione del peccato. Ora, che diremo in questo punto? Non resteremo attoniti per lo stupore? E qual remissione di peccato era di bisogno nel Figlio? E qual remissione di peccato era di bisogno nella sua Madre? Ecco che Gesù comparisce da peccatore alla comune dei figli di Adamo, e Maria comparisce da peccatrice alla comune delle altre madri figlie d’Eva! Oh che esempio di umiltà è questo!
Oh quanto, o anima, ci dobbiamo confondere per la nostra superbia! Mentre noi concepiti in peccato, siamo vissuti immersi in tanti generi di peccato, ed al presente non cessiamo di peccare! Eppure quando ci viene imputato qualche difetto o qualche colpa, oh quanto ci sdegniamo, oh quanto ci difendiamo, oh quanto ci doliamo d’esser stati ingiustamente offesi! Di grazia, o anima, conosciamo noi stessi e dall’esempio di Gesù e di Maria, umiliamoci di cuore. E se veniamo stimati da difettosi e peccatori: ci si reputa poco di quel che siamo!
3. Considera, o anima, quanto era lontano il peccato dal Figlio e quanto dalla Madre. Eppure Gesù volle comparire in forma di peccatore e Maria in forma di peccatrice. Perché questo? Per l’amore! L’amore verso di noi, li astrinse a tanta umiltà; l’amore verso di noi, li fece abbassare tanto, per veder noi liberi dalla servitù del peccato ed esaltati nella libertà di grazia.
E così, o anima, ti prego e ti scongiuro: incontriamo il fine del Figlio e della Madre, di Gesù e di Maria. Fuggiamo il peccato: “Quasi a facie colubri, fuge peccata” [“Come davanti a un serpente, fuggi il peccato” (Sir 21,2)]! Vedi tu un serpentaccio; che fai in quel punto? Non t’inorridisci? Sì. Non ti dai alla fuga? Certo. E così similmente, quando sei tentata ed il demonio ti propone il peccato da commettere, devi fuggirlo, odiarlo, detestarlo con maggior orrore.
(Canzoncina)
Maria, Vergine illibata,
di peccato non ha l’orma.
Dirla rea è nuova forma,
mentre in grazia fu creata.
Solo Amor l’astringe a tanto,
che di colpa prenda il manto.
1. Un Pater ed un Gloria Patri diretto a Dio Padre, e quattro Ave Maria alla Vergine.
2. Di poi si replica la canzoncina con un Pater e Gloria Patri diretto al Figlio, e quattro Ave Maria alla Vergine.
3. Si replica per terzo la canzoncina, con un Pater e Gloria Patri diretto allo Spirito Santo, e quattro Ave Maria alla Vergine, che in tutto sono dodici Ave Maria per i dodici privilegi concessi alla Vergine.
(Supplica)
O Maria, specchio di ammirabile ed inclita umiltà. Per quell’amore che, per noi, volesti abbassarti tanto, quando nella Presentazione del Figlio tuo volesti comparire in forma di peccatrice, e questo lo facesti al fine di veder noi liberi dal peccato: ora ti preghiamo, santissima Vergine, per quello zelo che hai della gloria di Dio, che non venga offeso, e per quella carità che hai verso le nostre anime, acciò non l’offendiamo. Facci liberi, Maria mia, da ogni peccato, passato, presente e futuro. Mentre noi da questo punto, con quell’odio, che tu hai odiato ogni ombra di colpa: così noi l’abominiamo, lo detestiamo, e l’odiamo, nunc, et semper, et per infinita saecula saeculorum [Sicut erat in principio, et nunc et semper, et in sæcula sæculorum (Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli)]. Amen.
Nos cum Prole pia: benedicat Virgo Maria [Noi con il suo divino Figlio benedica la vergine Maria].
BIBLIOGRAFIA
SAN FRANCESCO ANTONIO FASANI, Le 7 Novene Mariane, a cura di Francesco Costa, con studi di Pietro Damiano Fehlner e Francesco Uricchio, Padova, Edizione Messaggero, 1986, 320 p.
Immagine: Giotto di Bondone, Presentazione di Gesù al Tempio (particolare), affresco nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d’Assisi, (1313 ca.)