Intercessione di San Francesco Antonio Fasani – 24 dicembre 2024, di Melissa Battista

Intercessione di San Francesco Antonio Fasani – 24 dicembre 2024, di Melissa Battista
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Testimonianza dell’intercessione di San Francesco Antonio Fasani

di Melissa Battista, Lucera (FG), 24 dicembre 2024

Carissimi,
voglio condividere con voi quello che ho vissuto: un forte momento di prova, un lunghissimo periodo in cui la vita di chi più amo è stata appesa a un filo. Mi sono sentita impotente, disperata e persa in un abisso sconfinato di dolore. Un profondo vuoto nero dove non vi erano granché speranze. In un attimo. Una telefonata e la vita cambia. Le priorità cambiano. Subito realizzo la consapevolezza dell’impotenza di non poter fare nulla per cambiare le cose. Ecco che la disperazione e lo sconforto mi hanno travolta. Mi sentivo soccombere dentro. Ho invocato il Signore di darmi almeno la forza di affrontare tutto quello che mi aspettava. Ho sentito così la necessità di affidarmi. Così è iniziata la mia incessante preghiera. Le mie suppliche. A me si sono uniti nella preghiera parenti ed amici vicini e lontani. Poi i gruppi di preghiera. Ho pregato. Pregato tanto. Pregato in ogni momento del giorno e della notte. Con il cuore in mano mi sono piegata al mio dolore. Più sentivo la paura dentro di me più pregavo incessantemente. Ecco che senza rendermene conto ho preso la mia “croce” e l’ho abbracciata. Ho sentito davvero un forza dentro che non mi apparteneva. Di lì a pochi giorni ho incontrato padre Andrei, guardiano del convento “San Francesco” di Lucera, che mi ha accolta e benedetta affidandomi la “sacra reliquia” del padre Maestro. Quante notti ho trascorso pregando e stringendola forte a me e quante volte l’ho stretta forte a lui e ho pregato. Quante volte ho invocato il nostro padre Maestro. Incessantemente. I medici da subito non ci davano speranze. Neurologicamente sarebbe potuto essere con molta probabilità un vegetale. Dopo il coma farmacologico durato ben 25 giorni al risveglio per i successivi 15 giorni i medici ci dicevano «non è cosciente, non è contattabile». Poi invece una mattina alla visita giornaliera risponde ai comandi della dottoressa. Da lì uno spiraglio. Una piccola luce s’intravedeva per la prima volta dopo 40 giorni, 40 lunghissimi e atroci giorni di agonia e dolore. Poi di lì a breve altre complicazioni. Di nuovo il buio. Di nuovo l’abisso. La setticemia. L’intervento ad alto rischio. Intanto la preghiera è stata la mia costante. La mia compagna. La mia forza. Il mio rifugio. Bene, oggi vi porto la mia testimonianza di fede e amore verso il padre Maestro perché adesso dopo ben 102 giorni siamo a casa. Il nostro padre Maestro ci ha concesso il privilegio di ricevere questa grazia: la nostra famiglia ora è di nuovo insieme. Auguro ad ognuno di voi un Vero, Sereno e Santo Natale.


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