26 gennaio – Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine (3° giorno)

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«Portarono Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore» (Lc 2,22b)

San Francesco Antonio Fasani, Sacra Novena per la Purificazione di Maria Vergine

(Stefano Colelli, 26-01-2025)

 

26 gennaio (3° giorno)

Maria penitente per i disagi del «tempo molto stemprato per il freddo, e geli»

 

La predicazione del Fasani continua con le suggestioni tratte dalle visoni della mistica spagnola e venerabile Maria di Gesù d’Ágreda (Ágreda, 1602 – 1665), dell’Ordine dell’Immacolata Concezione (O.I.C.), descritte nel Capitolo 19 dal titolo Da Betlemme, Maria santissima e Giuseppe si recano con il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo nel tempio, e adempire la legge, dell’opera Mistica Città di Dio (opera postuma, Madrid 1670). Il padre Maestro prosegue con l’attenzione sul viaggio da Betlemme (sacra Capanna) a Gerusalemme (Tempio), episodio non presente né nei Vangeli Sinottici né nei Vangeli Apocrifi, per trasportare gli uditori, nella maniera più incisiva possibile, all’imitazione delle virtù della Beata Vergine, in questa omelia con la presentazione di Maria penitente.
Per la salvezza dei peccatori la Beata Vergine affronta i disagi della stagione fredda, rese più dure dalla sua delicata costituzione fisica, e dall’«orridezza di tempo molto stemprato per il freddo, e geli» e delle «scarpe di canape, tessute alla grossolana», prima condividendole con Gesù Bambino e, poi, in seguito al suo comando agli elementi naturali di risparmiare il Bambino, sopportandole da sola. Per questo, il Fasani saluta la Beata Vergine come «Madre dolcissima e fonte di carità: per quella misericordia e gratissima benevolenza che ti sei degnata di avere verso i peccatori» e la ringrazia per il «sommo amore con che ci ha amati».

 

«Tulerunt Jesum in Jesuralem, ut sisterent eum Domino» (Lc 2,22b)

1. Considera, o anima, i gran disagi che specialmente patirono in questo cammino il Figlio con la Madre, Gesù con Maria, stante che con l’ordine della divina Provvidenza correva, per loro merito, una orridezza di tempo molto stemprato per il freddo, e geli, i quali affligevano il tenero Bambino a segno tale che, tremando per il freddo, piangeva nelle mani della sua amorosa Madre. E dal gran patire del Figlio, veniva altrettanto ferito il cuor della Madre, per la compassione e sommo amore, che portava al suo Gesù diletto.
O anima, domanda, domanda e di’ pure. O infinita innocenza del Figlio, o somma innocenza della Madre! Chi vi costringe a camminare nell’orridezza di questo tempo? Sai, o anima, che ti rispondono con dire: L’amore ci fa violenza al patire, purché i peccatori conseguano l’eterna salute ed abbiano l’eterno godere? Che dici o anima: io e tu e gl’altri peccatori, abbiamo obbligazione a Gesù e Maria? Li dobbiamo amare? Ed oh quanto! E dov’è la corrispondenza dell’amore? O ingratitudine!

2. Considera, o anima, che Maria, compassionando al Figlio che veniva offeso dall’inclemenza del tempo, e voltandosi ai venti e agli elementi e da potentissima Regina per il dominio che aveva sopra tutto il creato, li riprese con dire: Perché offendevano il loro medesimo Creatore? Onde comandò che moderassero l’orridezza col Bambino, ma però con essa esercitassero il loro rigore. Ed ecco, i venti e gli elementi prestarono pronta obbedienza alla loro Regina, cambiandosi, nello stesso tempo, in temperata e soave placidezza per il Bambino e per Maria continuando il loro rigore.
Che dici, o anima, in questo punto? Maria comanda ai venti, al freddo, all’orridezza del tempo, che sono creature insensate, e prontamente viene obbedita. Comanda poi ai figli d’Adamo, che sono dotati di ragione, e non viene ascoltata! Maria comanda alle creature irragionevoli che non diano nocumento al Figlio suo, e queste subito obbediscono ai suoi voleri; comanda poi e scongiura i peccatori che non offendano più il suo Figlio Dio, e non viene esaudita! Oh temerità orrenda dei peccatori, in offendere Gesù e non obbedir a Maria.

3. Considera, o anima, il gran patire di Maria che, per tuo amore, ha sofferto in questo viaggio; mentre, Verginella delicatissima al sommo, camminare a piedi su l’orridezza dell’inverno, sul fango e gelo, percossa dall’aere sì stemprato per il freddo, i suoi piedi venivano coperti da una sorte di scarpe di canape, tessute alla grossolana, benché forti; e queste servivano alla gran Regina del Cielo anche per calzette. Ora, in questo patire, o anima, devi attendere all’amore con che Maria patisce per te. Sai che disse in questo cammino? Senti, senti: «O figliuoli degli uomini, io sono la vostra Madre, che vi ho generato, per mezzo della Carità, e come tale vi amo; e se mi fosse possibile, e volesse l’Altissimo che io patissi tutte le penalità che vi sono state dal tempo di Adamo insino a questo punto, tutte l’accettarei con gusto per vostra salute».
Che dici, o anima, dell’amor di Maria? Ci ha amato assai? Sì. Dunque chi sarà quello, che non vuol amar Maria, che non voglia ringraziar Maria, che non voglia esser grato a Maria e corrispondere al suo amore? Ed oh, mia detestabile ingratitudine, mentre nel tempo della mia vita non ho fatto altro che dare il maggior disgusto a Maria, con offendere il Santissimo Figlio suo! Mai più, mai più, mai più.

 

(Canzoncina)
Dolce e caro mio Bambino,
pur se bello ed innocente
dal patir non sei esente:
piangi il freddo, o fantolino!
Ma al comando di Maria,
vento e gelo vanno via.

1. Un Pater ed un Gloria Patri diretto a Dio Padre, e quattro Ave Maria alla Vergine.
2. Di poi si replica la canzoncina con un Pater e Gloria Patri diretto al Figlio, e quattro Ave Maria alla Vergine.
3. Si replica per terzo la canzoncina, con un Pater e Gloria Patri diretto allo Spirito Santo, e quattro Ave Maria alla Vergine, che in tutto sono dodici Ave Maria per i dodici privilegi concessi alla Vergine.

 

(Supplica)
O Maria, Madre dolcissima e fonte di carità: per quella misericordia e gratissima benevolenza che ti sei degnata di avere verso i peccatori, mentre per la loro salute accettasti con piena volontà ogni patire, acciocché loro conseguissero l’eterno godere, Maria mia, bellissimo specchio d’innocenza, ti ringraziamo del sommo amore con che ci hai amati. E ci pentiamo coll’intimo del nostro spirito per non avere corrisposto con gratitudine, in amare il Figlio tuo Gesù bel Figlio ed in amare te, bella Mamma. Ma per l’avvenire vogliamo esserti grati e corrisponderti con amor santo, nunc, et semper, et per infinita saecula saeculorum. Amen.
Nos cum Prole pia: benedicat Virgo Maria.

 

BIBLIOGRAFIA

SAN FRANCESCO ANTONIO FASANI, Le 7 Novene Mariane, a cura di Francesco Costa, con studi di Pietro Damiano Fehlner e Francesco Uricchio, Padova, Edizione Messaggero, 1986, 320 p.

 

Immagine: Giotto di Bondone, Fuga in Egitto (particolare), affresco nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d’Assisi, (1313 ca.)


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